Perché passaggi a livello?
Chi di noi, appassionati di ferrovie e fermodellismo non ha mai atteso con piacere diversi minuti di fronte a quelle sbarre e a quelle luci, il passaggio del tanto amato treno, magari scommettendo con fratelli, genitori o altri appassionati su quale locomotiva avrebbe trainato il convoglio?
Il passaggio a livello è un elemento essenziale nella narrazione del paesaggio ferroviario, in cui vi si inserisce in maniera poetica e se vogliamo un po’ retrò. In una società che va sempre più di fretta, con trasporti ultraveloci, il nostro povero PL è visto ormai come un intralcio alla modernità, condannato all’estinz… ops scusate, forse dovrei dire alla soppressione, sostituito nel migliore dei casi da un efficiente sottopasso in cemento.
Come relitti di architettura industriale gli ultimi passaggi a livello, si ergono a resistenza contro la logica del tutto e subito, paladini del dolce piacere dell’attesa e della riscoperta del viaggiare per il piacere di guardare ciò che ci circonda, magari con la testa fuori dai finestrini. E’ in fondo l’ultimo pezzo di ferrovia che collega si, ma ha ancora la precedenza sul mondo del trasporto su gomma, che spinge inesorabile verso la dissoluzione dei legami sociali teso all’individualismo.
Il PL si riscopre aggregatore di masse, con file di macchine con i finestrini abbassati, ed il treno carico di viaggiatori. Quanti volti abbiamo visto nell’attesa, quante vite sono transitate in quell’incrocio tra ferro ed asfalto.. pensate forse che il sottopasso doni questa emozioni?
E visto che appunto il nostro hobby cos’altro è se non la rappresentazione materiale dei nostri più bei ricordi d’infanzia, una foto tridimensionale di un tempo che non c’è più, vi lascio con il mio ricordo di una Fiat 127 bianca ferma sotto il sole ad uno dei tanti passaggi a livello vicino al mare sulla linea Bologna-Ancona, nell’agosto 1984 con il mangianastri che suona appunto “Passaggi a Livello” del grande (almeno per me) Maestro Franco Battiato.
L’odore dei sedili in similpelle della 127 riscaldata dal sole pervade l’abitacolo mischiandosi con il classico odore di crema solare di cui ero stato totalmente cosparso da mia madre, mentre attendo con impazienza di vedere quale sarà il treno che sbucherà e da quale direzione. Dopo circa un quarto d’ora di attesa ecco sbucare in direzione nord una E444 in testa ad un espresso…. Ma la sbarra non si alza dopo il passaggio del treno… e sale l’eccitazione! Nemmeno due minuti e nell’altra direzione una E656 con il coloratissimo Adria Express probabilmente in ritardo.
Cosa poteva rendere migliore la giornata di un bambino di 5 anni? Forse il racconto non è così preciso nei particolari, non me ne vogliate sono passati quasi 40 anni da allora, ma la foto di quel passaggio a livello è rimasto scolpito insieme a tanti altri ricordi ferroviari nella mia mente. E sicuramente saranno tanti i vostri. Vi auguro quindi un buon viaggio con il nostro favoloso mini mondo di ricordi, veri o inventati non ha importanza, affinché il “giocare” stimoli quel bambino che è ancora li a sognare davanti a quel passaggio a livello…