Piccoli treni per piccoli plastici (parte 1)
Molto spesso la prima immagine che ci viene in mente quando parliamo di plastici, è quella di una o meglio più stanze piene di binari e treni in composizione reale di 10-12 carrozze o una lunga tradotta merci con magari in testa due potenti locomotive in doppia trazione…
Poi guardiamo il nostro misero stanzino e la fantasia viene subito meno.
Con grande fatica ci siamo ritagliati uno spazio di 2 metri e mezzo per un metro e mezzo, a volte anche meno, sul quale non possiamo progettare più di un ovale a binario unico che rappresenta a malapena una linea secondaria apparentemente a traffico sporadico e regno incontrastato delle composizioni di epoca II-III con carrozze corte e per l’epoca moderna solo composizioni fisse di Aln668 o elettrotreni leggeri come il Minuetto o il Jazz.
Questo in fondo non è poi così drammaticamente vero, né per la ferrovia reale, né per il fermodellismo.
Infatti la nostra mente tende spesso a farci ragionare per categorie e schemi, tuttavia la realtà può essere ben diversa. Quando pensiamo a composizioni di treni pensiamo sempre alle composizioni perfette, (classico esempio per l’epoca V una E424 navetta al traino di tre carrozze piano ribassato più pilota, tutte in livrea MDVE) ma spesso indisponibilità di materiale, turnazioni, guasti alle locomotive, cambi di livrea, fanno si che il materiale rotabile in composizione ad un treno possa a volte essere alquanto stravagante.
Non è quindi rarissimo ed irreale (basta fare una ricerca per immagini sui diversi famosi siti di foto di treni italiani) poter ammirare treni corti e fantasiosi, come ad esempio una E464 al traino di una sola carrozza pilota per poter immaginare sul nostro plastico un minimo di traffico anche con carrozze di lunghezza 303mm, non rinunciando per questo al realismo.