ABC del Fermodellista (Parte 1)

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ABC del Fermodellista (Parte 1)

Mi capita molto spesso di leggere nei vari social e sui forum di settore, post del tipo:

“Buongiorno, sono un appassionato di treni e vorrei affacciarmi al mondo del modellismo ferroviario” oppure “Salve, mi sono appassionato al modellismo ferroviario e vorrei iniziare a creare un plastico” e sotto questi post una marea di consigli spesso giusti ed utili, altre volte purtroppo risposte errate oppure date non considerando che chi si ha di fronte potrebbe non avere la minima idea di cosa stiamo dicendo ad esempio quando parliamo di corrente continua o alternata, che per un modellista non alle prime armi risulta un concetto già saldamente assodato nella propria mente.

E’ quindi da queste continue richieste, che ho preso spunto per una prossima serie di articoli che avranno il fine di spiegare l’ABC del mondo fermodellistico. Cercando di essere più elementare possibile nel linguaggio e con molti esempi pratici.

Sperando di farvi cosa gradita, e sapendo fin da ora che questa non può e non potrà mai essere una guida “definitiva” sul fermodellismo, andiamo ad affrontare le prime argomentazioni che mi vengono in mente quando si parla di modellismo ferroviario e che ogni neofita dovrebbe conoscere prima di avventurarsi in acquisti.

Rimango comunque volentieri a vostra disposizione via mail o telefono per spiegarvi tutto ciò che non vi è ancora chiaro dopo la lettura. Non esitate a fare domande, anche se possono sembrarvi banali. Per me non lo sono.

SCALA (di riduzione).

In qualunque branca del modellismo, sia esso ferroviario, navale, militare, aereo, automobilistico ecc.. si parte sempre dalla rappresentazione di un modello reale con le sue misure reali ridotte appunto in scala. Ipotizzando una scala di 1:100, il nostro modello reale sarà quindi rappresentato 100 volte più piccolo.

Per semplificare ancora, supponiamo un’automobile reale lunga 3500mm, larga 1500mm ed alta 1600mm, il suo “modellino” in scala 1:100 sarà quindi lungo 35mm, largo 15mm ed alto 16mm.

Trovate a questo indirizzo un utilissimo calcolatore di scale: https://www.ginifab.com/feeds/scale_converter/scale_converter.it.html

Una volta spiegato questo, andiamo ad analizzare quello che più ci interessa da vicino, ovvero le scale di riduzione del modellismo ferroviario.

Partiamo con la più famosa e diffusa, la SCALA H0 (H ZERO). Qui il rapporto di riduzione è di 1:87, questo significa che ogni millimetro del nostro modellino corrisponde ad 87 millimetri reali.

La SCALA H0 prende il nome da una sorella più grande, la SCALA 0 (ZERO) con rapporto di riduzione di 1:43,5 cioè la metà della SCALA H0. Infatti H0 sta per “Halb Null” cioè in tedesco metà 0.

La SCALA 0 è discretamente diffusa, ma relegata ad ambiti di collezionismo o di club con molto spazio a disposizione, comunque poco compatibile con gli spazi degli appartamenti moderni.

A questo proposito, molto interessanti possono invece diventare, per coloro sempre a corto di spazio, la SCALA N e la SCALA TT.

La SCALA TT (TABLE TOP) ha un rapporto di riduzione di 1:120 mentre la SCALA N ha un rapporto di 1:160. Quest’ultima è abbastanza diffusa ed in costante crescita, in quanto permette plastici di discrete dimensioni in spazi piuttosto ridotti se confrontati alla SCALA H0 che specialmente per plastici ampi ed articolati, richiede comunque uno spazio praticamente doppio rispetto alla SCALA N.

E’ però doveroso mettere in guardia chi si approccia per la prima volta al panorama modellistico, che per la SCALA N rispetto alla H0 esistono sul mercato decisamente meno rappesentazioni di modelli italiani (anche se ultimamente qualcosa si sta muovendo, specialmente a livello artigianale).

Da considerare anche il fatto che essendo la N una scala molto piccola, si andrà a lavorare, qualora si volesse creare un plastico, su modelli, binari ed elementi di paesaggio molto piccoli. Inoltre i prezzi del materiale non si discostano molto tra la SCALA N e la SCALA H0.

La SCALA TT è invece purtroppo ancora poco diffusa in Italia, quindi mi sentirei di consigliarla solo a coloro che hanno intenzione di collezionare mezzi e rappresentare paesaggi di ispirazione germanica.

Altra scala “commerciale” è la minuscola SCALA Z (ZETA) rapporto 1:220, anche qui con materiale prevalentemente tedesco, giapponese ed americano.

Ad onore di cronaca, queste sopracitate sono solo alcune delle scale di riduzione. Esistono anche la SCALA 2 con rapporto 1:22,5 , la SCALA 1 con rapporto 1:32 che poco si adattano alle esigenze casalinghe, e la scala S, ovvero 1:64, ormai praticamente estinta in Europa, sopravvive ancora in Nord America.

Ricapitolando queste sono le scale più comuni nel fermodellismo in ordine di grandezza:

  • SCALA 2 (1:22,5)
  • SCALA 1 (1:32)
  • SCALA 0 (1:43,5)
  • SCALA H0 (1:87)
  • SCALA TT (1:120)
  • SCALA N (1:160)
  • SCALA Z (1:220)

Nel prossimo capitolo dell’ABC del Fermodellista tratteremo i sistemi di alimentazione nel modellismo ferroviario. Torna a trovarci!